VELOCI VERSO IL FUTURO: KTM TPI
Testo: Angelo Gambino
Foto: Mario Pierguidi e Press KTM
Il tempo corre sempre velocissimo e lo stesso accade a noi, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, sempre più veloci per cercare di stare dietro a tutto. Sembra ieri che partecipammo alla presentazione delle prime moto
da enduro due tempi ad iniezione prodotte da KTM ed ora siamo già in prossimità del lancio della terza generazione dei modelli TPI.
TP I= erogazione del motore sempre pulita, non si rischia di bruciare la candela o di ingolfare
il motore al termine di lunga discesa. La risposta del gas è sempre pronta e dosata alla perfezione, minor consumo di benzina, minor consumo di olio, minore fumosità quindi dei gas di scarico…
Nel 2017 è stato fatto il primo passo verso il futuro del motore a due tempi con l’adozione da parte di KTM
e, come capita per tutte le novità generazionali, in questi due anni il sistema TPI è stato al centro di molte discussioni. Da una parte i puristi “Old School” fedeli al carburatore e dall’altra gli enduristi “High Tech”, pronti ad accogliere e ad integrarsi con la nuova tecnologia.
Nel mentre abbiamo raccolto dubbi, incertezze e chiacchiere più o meno fondate sull’argomento iniezione, chi lamenta che i TPI abbiano un’erogazione troppo magra, chi troppo reattiva al comando del gas, per nire con chi ritiene i modelli TPI poco performanti e quelli del “col carburatore non sono mai rimasto a piedi, non mi do dei dispositivi elettronici”. Che piaccia o no, in un sistema regolato dalle sempre più restrittive normative anti inquinamento l’elisir di lunga vita per il motore a due tempi si chiama iniezione.
Ormai l’elettronica è parte fondamentale della motocicletta e proprio come avviene per i dispositivi smart che utilizziamo quotidianamente, dai telefoni ai tablet, anche per le moto da enduro è necessario fare aggiornamenti del “sistema operativo”.
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