TRAVEL | KamchatkaRaid
Qualche anno fa, durante un viaggio in Asia, tre veterani moto viaggiatori, il trentino Rosario Sala, il cuneese Franco Ballatore e il milanese Maurizio Limonta, decisero di creare un Team per affrontare un’impegnativa attraversata che li avrebbe condotti dall’Italia sino alla remota penisola della Kamchatka, nell’estremo oriente siberiano. Ancora in fase embrionale di organizzazione, una delle prime decisioni da prendere riguardava il mezzo da utilizzare.
Ognuno di noi aveva viaggiato in passato con differenti tipologie di mezzi, dalle moderne bicilindriche ai monocilindrici più datati, ma quasi subito fummo concordi nel considerare che la nuova Tenerè 700 sarebbe stata la moto ideale per questo tipo di impresa. ”Nel 2020 i tre riders presentarono il progetto a Yamaha Italia che si mostrò interessata all’iniziativa, così come Touratech Italia. Nasceva così il progetto Kamchatkaraid, avente anche uno scopo umanitario. Quando il gruppo iniziò l’elaborazione dettagliata del progetto, decise di coinvolgere anche l’amico Stefano Gabbiani, anch’egli motociclista e grande appassionato viaggi. “Non potendo partecipare direttamente al viaggio, abbiamo a affidato a Stefano l’incarico di Project Manager, sia nella fase preparativa in Italia che durante la lunga permanenza dei tre piloti all’estero.”
Con l’avanzare della progettazione, si decise inoltre di aggiungere all’itinerario iniziale anche l’attraversamento della penisola arabica e nel contempo di realizzare il viaggio dividendolo su due anni: dall’Italia al Giappone (passando per la Kamchatka) nel 2022, per affrontare l’anno successivo, di ritorno dal Giappone, l’attraversamento della penisola arabica. Nel frattempo il gruppo ha avviato una campagna di raccolta fondi tramiate la vendita del libro di Rosario Sala “L’Africa secondo me”. Il ricavato è stato devoluto a Emergency, destinato al Centro di Riabilitazione di Sulaymanyah nel Kurdistan iracheno.
A maggio 2022 è arrivato finalmente il momento di partire. Dalla Sede Yamaha Italia a Lesmo, hanno dato ufficialmente avvio alla loro lunga avventura. A causa di alcune frontiere ancora chiuse per la pandemia Covid, si è deciso all’ultimo di invertire la cronologia delle due spedizioni, affrontando prima la penisola arabica, lasciando Kamchakta e Giappone al 2023, senza in ogni caso modificare troppo gli itinerari previsti in origine. Dopo un veloce attraversamento dei Balcani e della Turchia, i tre riders si sono imbarcati su una nave cargo nel porto turco di Tasucu per raggiungere le coste del Libano. Da lì sono entrati in Siria (primi in moto da quando è iniziata la guerra che devasta il Paese da oltre un decennio) e successivamente in Giordana, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Oman ed Emirati Arabi. Questa parte del viaggio è stata particolarmente sofferte a causa delle alte temperature: “Viaggiavamo dalle quattro di mattina fino alle undici, oltre non ce la facevamo, nel deserto arabico eravamo colti da colpi di sonno mentre guidavamo e sotto il casco il cervello pareva cuocere. Nelle notti in tenda sembrava di dormire su un materasso di lava calda. La situazione è migliorata quando siamo sbarcati a Bandar Abbas in Iran.”
Il viaggio è proseguito lungo la costa iraniana poi all’interno del territorio curdo iracheno, dove i tre motociclisti hanno raggiunto Sulaymanyah e fatto visita al centro di Emergency per il quale avevano raccolto i fondi. Sulla via del rientro hanno esplorato le mulattiere dissetate dello Svaneti, regione remota e disabitata sulle montagne del Caucaso in Georgia e tentato anche di entrare in Azerbaijan dove sono stati respinti alla frontiera. In fine con grandi difficoltà hanno varcato il confine russo e raggiunto Mosca. “I russi ci hanno respinto al primo tentativo, solo dopo qualche giorno e la richiesta di un permesso speciale costato come un volo aereo ci hanno consentito l’ingresso.” Dalla capitale russa sono rientrati in Italia passando dalle repubbliche baltiche, Polonia e Repubblica Ceca. Un viaggio durato oltre tre mesi, percorrendo 26.000 chilometri, attraverso 26 Stati.
Ad aprile, Rosario, Franco e Maurizio, torneranno in sella per compiere la seconda e più impegnativa parte del progetto che li porterà sulle montagne del Pamir in Tagichistan, nella sterminata steppa mongolica, in Siberia (risalendo la famigerata “Via delle Ossa”) sino a raggiungere Magadan dove si imbarcheranno per esplorare la penisola della Kamchatka.
“Per via dei differenti impegni, quest’anno partiremo alla spicciolata, seguendo tre itinerari differenti e ci riuniremo probabilmente nel mese di giugno a Samarcanda in Uzbekistan, da lì proseguiremo assieme. Ancora non sappiamo se avremo la possibilità di entrare in Afghanistan per far visita all’ospedale di Emergency per il quale abbiamo avviato una nuova raccolta fondi, ma cercheremo di riuscirci anche questa volta, come già avvenuto lo scorso anno a Sulaymanyah in Iraq.”
Il termine della lunga cavalcata è previsto per settembre presso la Sede Yamaha Giappone, dopo aver solcato 25.000 chilometri di strade asiatiche e attraversato una ventina di Paesi. Un comodo viaggio aereo riporterà i tre motociclisti in Italia, mentre le moto saranno spedite negli Stati Uniti, in attesa della prossima avventura.
Il viaggio può essere seguito si canali social Facebook/Instagram/Youtube del “Kamchatkaraid”.
Rosario Sala
Trentino, classe 1962, lavora presso la Provincia Autonoma di Trento.
Franco Ballatore
Cuneese, classe 1966, musicista, scrittore.
Maurizio Limonta
Milanese, classe 1956, spedizioniere, istruttore diving OWDI
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