TOUR ENDURO | Sardegna, terra di enduro e briganti
Testo: Rodolfo Maraldi e Cristina Rocchi
Foto: Angelo Gambino e Cristina Rocchi
L’invito di Marco Falconi, fondatore della associazione Tour Enduro Sardegna, a scoprire la parte centrale dell’isola è subito accolto
e così, nella sera di giovedì 15 novembre, partiamo con destinazione Golfo Aranci imbarcandoci da Livorno.
La notte scorre tranquilla, dormiamo nelle nostre cuccette e la mattina siamo già nell’isola, persi fra l’Europa e l’Africa. Spesso si è abituati a visitare la Sardegna solo nel periodo estivo, ma basta abbassare il nestrino dell’auto mentre percorriamo la statale 131 che dal mare ci porta all’interno dell’isola per godere nella vista, con le rocce che si tuffano in mare e nell’olfatto, poiché tutto profuma.
Sono 140 i chilometri di azzurro, mischiato al verde dei pini, dei querceti e dei vigneti che ci separano da Orgosolo.
Piove un poco e penso che è proprio l’inverno a rendere il territorio barbaricino così vivo, misterioso ed attraente. Conosciuto ai più per i misteri che lo avvolgono, è ancora oggi un territorio selvaggio e teatro negli anni ’90 di numerosi atti di brigantaggio e sequestri di persone.
La Barbagia in inverno separa in maniera netta la categoria del viaggiatore da quella del vacanziere. Oggi questo territorio, così duro e impenetrabile, si rivela in realtà un vero paradiso, soprattutto per noi enduristi.
Il punto di ritrovo è presso il Agriturismo Cara a Monte dove avvengono le presentazioni di rito e dove la nostra guida Marco, tiene un veloce briefing. Poche e semplici le regole da rispettare. Prima su tutte, preservare il territorio, cercare di non perdersi e avvalersi sempre di una guida locale.
È assolutamente sconsigliato avventurarsi da soli nel massiccio nella Barbagia, vasta area della parte centro-orientale dell’isola che ci ospiterà nei nostri tre giorni di enduro… leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 62 in edicola, o compralo online CLICCANDO QUI!
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