TOUR ENDURO | Che sorpresa, il Kenya
Articolo e foto a cura di Alessio Corradini
Dalla Russia arrivano sempre proposte interessanti. La mia amica Anastasiya Nifontova ha parlato così bene del mio lavoro ad alcuni suoi amici, che hanno deciso di invitarmi per una settimana presso il loro resort di lusso nel parco Maasai Mara, in Kenya. Tutto spesato, gita con amici, si va anche in moto. È stata davvero dura decidere se andare o meno.
Alex e Mike Berman sono due fratelli russi, imprenditori appena trentenni. L’uno impegnato nella gestione di un campo tendato con tutti i comfort, l’altro più orientato ai tour in moto off-road. Il mio viaggio è iniziato il 4 ottobre con un volo Roma-El Cairo-Nairobi, ed appena atterrato ho incontrato Anastasiya e famiglia.
L’indomani siamo stati accompagnati al quartier generale di Mike, dove c’è officina e parco moto. Ed è stata una bella sorpresa trovare un parco moto fiammante. Tutte 450 2018/2019 in perfetto stato: Gommate, linde e pinte. Briefing ed introduzione ai loro tour, ben due guide con noi, entrambe keniane: Adam e Grace.
In un secondo momento anche lo stesso Mike si è aggregato al gruppo. Stupore sullo stupore, setting personalizzato della moto. Taratura delle sospensioni, posizione di guida, verifica di tutti i particolari. È stata una bella iniezione di fiducia, grande professionalità,come se dovessimo andare a correre. Adam in effetti è un gran manico ed ha fatto molte gare, perfetto anche come istruttore di guida. Una volta selezionate le moto e fatto il setting, queste sono partite da Nairobi alla volta del parco Masai Mara, mentre noi le abbiamo seguite il giorno seguente, in una tipica Toyota Land Cruiser modificata per i Safari, con nove posti e tettuccio sollevabile. Normalmente il fuoristrada inizia appena fuori città, ma noi avevamo pochi giorni a disposizione.
Partenza all’alba del 6 ottobre, per arrivare in prima mattinata al campo Masaij Moto, gestito da una signora americana. L’organizzazione ci ha fatto trovare le moto sotto un gazebo in stile racing e delle poltrone brandizzate KTM, per farci godere uno spettacolo inaspettato: A sorpresa ci ha dato il benvenuto una tribù locale. La mia diffidenza riguardo alla loro originalità era palpabile, spesso sono operazioni per spillare soldi ai turisti ed invece sono venuti di loro spontanea volontà. Hanno fatto una danza tribale e “benedetto” ognuno di noi (tranne me) con una particolare cerimonia. Non c’è stata alcuna richiesta di denaro dopo la danza ed il cerimoniale di benvenuto.
Ora dovrebbe venire la parte in cui saliamo in moto e vi racconto dove siamo stati. Il fatto è che non ne ho la più pallida idea. Raramente mi lascio trascinare da una guida senza sapere dove sono, ma è stato bellissimo, oltre 100 km di off-road scorrevole, tra villaggi, piste rosse, toboga, single track e chi più ne ha più ne metta. Un terreno perfetto per scoprire posti inaspettati, ma anche per correre veloci. Io e la zarina siamo abituati ad avere un passo allegro ed i chilometri sono passati molto karasciò. Il primo giorno è stato decisamente breve, sia perché alla fine siamo partiti abbastanza tardi, sia perché Adam voleva metterci alla prova e capire il nostro livello di guida.
Probabilmente gli è piaciuto il nostro passo, perché il giorno successivo ci è toccata una tappa mostruosa di 280 km. Il triplo del primo giorno, ma anche tre volte più bella. Il primo bivacco ci ha preso in contropiede, sapevo che era un tour di lusso e giungere in delle baracche vicino al parco mi aveva messo di malumore. Ma è durato poco, sono stato ingannato dalle apparenze ed appena parcheggiate le moto siamo stati accompagnati in delle stanze a quattro stelle. Ero pronto a dormire per terra, vicino al fuoco ed invece dietro l’angolo, in un posto del tutto inaspettato, c’erano tutte le comodità. Il giorno successivo ci siamo spinti ad un soffio dalla Tanzania, l’abbiamo letteralmente vista dalla sommità di un’altura. Bastava scendere per un single track ed era fatta, ma senza dogana non ce la siamo sentita. Il giro è proseguito fino ad entrare ed attraversare la riserva.
L’emozione di correre in moto fianco a fianco alle Zebre è qualcosa di inspiegabile. In realtà avevo paura di leoni ed elefanti, ma ho avuto fiducia nella guida. Al tramonto, poco prima di arrivare al campo tendato Loyk Mara, ci aspettava un Maasai per l’aperitivo. Letteralmente. Abbiamo trovato un tavolo imbandito, all’ombra di un grande albero, con ogni tipo di alcolico e super alcolico, noccioline e patatine, sedie e tavolino. Il tutto portato lì per noi, per godere delle ultime luci del giorno. Nel parco, con animali di ogni tipo intorno a noi e sì, anche quelli feroci. Perciò altri due Maasai ci guardavano le spalle con un macete.
Il campo tendato Loyk Mara è una struttura unica. Fanno dell’integrazione con la natura la loro bandiera, al punto che non ci sono recinzioni. Gli animali possono circolare liberamente al suo interno. Così bello e naturale, che per uscire dalla tenda di notte, è obbligatorio chiamare un Maasai munito di macete ed essere accompagnati. Le tende sono a cinque stelle, abbondanti, quindi in realtà uscire non è necessario. Due bagni, docce calde, ogni tipo di comfort. Ed il ristorante della struttura, pure rimanendo autentico e spartano, è di altissima qualità. Ma ciò non bastava e per noi hanno preparato una cena in mezzo al bosco adiacente. Tavoli, sedie, lume di candela ed un fuoco per cucinare la carne. Un’esperienza unica. Mentre mangiavamo si sentivano gli ippopotami non lontano.
Il tour motociclistico è stato breve ed intenso, appena due giorni ed il viaggio è proseguito con modalità più convenzionali. Per due giorni ci siamo rilassati nella natura ed abbiamo visitato il parco in 4×4, potendo così finalmente avvicinarci agli animali. Molto, moltissimo, al punto da quasi toccarli. I leoni sono dei gran pigroni, sempre a dormire all’ombra di qualche cespuglio. Gli ippopotami sempre a mollo. Gli elefanti passeggiano in gruppi e si fanno un po’ gli affari loro. Le giraffe sono curiose e si avvicinano. I coccodrilli… no niente, sono cattivi.
Per terminare l’intenso tour, abbiamo preso un aereo da appena dodici posti e ci siamo spostati a Malindi, sulla costa. Devo dire che decollare da una pista di terra ha un suo fascino adrenalinico ed anche il tempo che ci abbiamo messo per arrivare in quota è stato “interessante”. Malindi è una specie di colonia italiana, mare meraviglioso e ville ad ogni angolo di proprietà di connazionali. I nostri amici russi hanno anche loro una villa, poche stanze e massima attenzione ai clienti. La mia “vacanza lavoro” è terminata così, davanti ad un magnifico mare, mentre Anastasiya è rimasta con la famiglia per un’altra settimana. Un’esperienza unica, anche per me che sono un orso a cui piace viaggiare da solo. Da ripetere!
Per informazioni sui tour in moto:
http://rhinoridersmt.com/
Per informazioni sul campo Loyk Mara:
http://loykmaracamp.com/
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