TEST | Francesca D’Alonzo sulla Rieju Ranger 300 2T
Testo: Francesca D’Alonzo Foto: Rodolfo Maraldi
Non ci ho pensato due volte quando la redazione di Endurista Magazine mi ha invitata a provare una moto da enduro due tempi, ho preparato il borsone e sono partita alla volta di Firenzuola, splendida cittadina nel cuore dell’alto Mugello. Ho imparato che l’enduro è capace di ricambiarti alla grande per ogni tuo sì. Anche se pensi di non farcela, hai paura o ti trovi in una situazione complicata in cui ti chiedi: “ma chi me lo ha fatto fare?”, alla ne ne verrà sempre fuori un sorriso e magari anche un nuovo amico.
Mi sono innamorata dell’enduro incantata dalla bellezza straordinaria nel percorrere alcune strade, ma forse ancor di più per il clima che si crea tra gli enduristi. Il darsi sempre una mano, sdrammatizzare le cadute, rimettersi in marcia, ritrovarsi al di là degli ostacoli, superarli insieme e fare una pausa con il cuore che ancora batte forte. Sotto un cielo azzurro, con un sole che promette di scaldarci e magari asciugare i tracciati più fangosi, vedo scendere dal furgone la mia compagna per questa giornata di enduro: la Rieju Ranger 300 due tempi, messa a disposizione dal Moto Club della Futa.
Alessandro, la nostra guida e Istruttore Federale, la parcheggia a Castel del Rio con alle spalle il ponte rinascimentale degli Alidosi, che si erge in tutta la sua bellezza sul ume Santerno. Giro intorno a questa monocilindrica, la studio e credo che lei faccia altrettanto con me.
Gli occhi corrono lungo il telaio a traliccio in acciaio, sulla livrea, sul manubrio, sulle leve e sulla figura snella, mentre il faro osserva la mia gura e pare promettermi emozioni forti.
È la prima volta da quando ho imparato a guidare una moto, poco più di un anno fa, che mi trovo davanti ad una motocicletta due tempi.
Sono elettrizzata perché ho un’intera giornata a disposizione per guidarla e al contempo respiro l’aria di sfida delle prime volte. Tutto ciò che mi spaventa, al contempo mi attrae. D’altronde ho iniziato a fare fuoristrada con una Yamaha Ténéré 700, una motocicletta enorme di fronte al mio metro e settanta per cinquantaquattro kg. Sono curiosa di provare oggi questa scoppiettante due tempi. Indosso la pettorina, le ginocchiere e allaccio il casco, gesti che fanno parte di un rituale di preparazione a cui ormai sono affezionata.
Trovo subito affascinante la scelta di Rieju di lasciare il kick starter nonostante la presenza dell’avviamento elettrico. La leva dell’avviamento, per molti giovani motociclisti è un oggetto quasi sconosciuto mentre per me, non è qualcosa di nuovo, al limite fa parte del modernariato esotico perché ogni volta che torno a casa la ritrovo sul Suzuki DR 400 del 1982 di mio cognato… leggi tutto il test su Endurista Magazine 76 in edicola, oppure compra la tua copia sul nostro sito CLICCANDO QUI!
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