TEST | DUCATI DESERT X
POPRIO COSÌ! Parliamo di ritorno perché già negli anni ’70, Ducati produsse due modelli dedicati al fuoristrada: la 125 Regolarità e la RT 450 progenitrice della prima Scrambler della casa bolognese.
La Desert X rappresenta un capitolo tutto nuovo della storia Ducati.
Il serbatoio grande ed il doppio faro a led sono l’evidente tributo alle moto protagoniste della Parigi-Dakar degli anni ‘90 ma in chiave moderna, perché questa bicilindrica guarda al futuro grazie al suo design e ad una elettronica avanzata. La storia di questo modello inizia nel 2019 ad Eicma quando gli uomini di Borgo Panigale decisero di stuzzicare gli animi degli appassionati fuoristradisti presentando una concept-bike realizzata su base Scrambler.
Bomba lanciata e boom di interesse alle stelle! Ed ecco che a Bologna prende il via il progetto Desert X. Ed è proprio dall’offroad che gli ingegneri hanno iniziato il lavoro di sviluppo, lavorando in sinergia con Matteo Graziani, figura di riferimento nel panorama del fuoristrada con i suoi 59 titoli conquistati tra campionati italiani Motorally-Raid, Tout Terrain ed Enduro e tester e collaudatore Ducati da oltre dieci anni.
Già durante il test della Multistrada V4 mi ero reso conto di quanto Ducati avesse lavorato per rendere le sue moto sempre più facili e fruibili per ogni tipologia di pilota e con questa nuova Desert X l’obiettivo è di nuovo centrato. Le belle strade della Gallura nei dintorni di Olbia sono il teatro perfetto per guidare e conoscere la Desert X. Una giornata di test vero con 250 chilometri di percorrenza di cui il 70% in fuoristrada.
Il focus degli ingegneri è subito chiaro, hanno realizzato una motocicletta dotata di una buona rigidezza del telaio, supportata da una ciclistica versatile e da un motore ef cace e performante su asfalto come in offroad. Obiettivi ampiamente raggiunti! La Desert X su strada fa dimenticare di avere una ruota da 21” all’anteriore e si guida con estremo piacere.
Il motore è il Testastretta 11° da 937 cm3, lo stesso adoperato sulla Multistrada V2 e sul modello Monster, ma rivisto nei rapporti con una prima e seconda marcia più corte ed una sesta lunga, ideale per le lunghe percorrenze in autostrada.
Questo propulsore spinge bene sin da bassi regimi, uido e lineare su tutto l’arco di erogazione ma dai 6.000 RPM in su il piacere di guida si trasforma in adrenalina pura. L’impostazione di guida è comoda, manubrio alto, a presa larga e perfetto nella triangolazione con sella e pedane. Il serbatoio è di grandi dimensioni con i suoi 21 litri di capienza che asseconda la guida da seduti con le ginocchia leggermente divaricate ma, nonostante la mia gamba lunga, non mi infastidisce.
La percorrenza di curva è da vera Ducati, dove la metti sta e anche in fase di inserimento risulta sempre ben bilanciata trasmettendo molta ducia. Precisi anche l’inserimento e la scalata delle marce grazie all’adozione di tecnologia Quick Shift. Leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 77 oppure acquista la tua copia sul nostro sito CLICCANDO QUI!
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