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TOUR | Spaghettienduro™, i cacciatori di sentieri

Testo: Davide Fiumana – Foto: Rodolfo Maraldi

Chi l’avrebbe mai detto che sarei tornato un giorno a scoprire in sella ad una moto da enduro le montagne della mia terra nativa?
Vi parlo della Romagna e più precisamente dell’incantevole appennino tosco-romagnolo. Come spesso avviene le migliori esperienze nascono dal caso e dal concatenarsi di fortuiti eventi, ma si sa, la fortuna aiuta comunque gli audaci. L’ idea è partita dall’invito di un caro amico di Ravenna, Manuel Zattoni, un ragazzone dal carattere eccezionale e dal polso destro pesante ma, per spiegarvi meglio questa storia, è doveroso fare prime le dovute presentazioni.
Mi chiamo Davide Fiumana, sono nato a Cesena ma vivo a Pavullo. Un bel giorno di quattro anni fa io e la mia compagna Neris Piumi decidemmo di acquistare due moto da enduro. L’approccio fu abbastanza traumatico, non tanto per me che avevo già esperienza nel motocross ma per Neris che non si era mai avvicinata prima al mondo del fuoristrada.
Con grande forza di volontà, tanta miscela bruciata ed una ostinazione fuori dal comune, Neris ha dimostrato di avere un talento innato.

Oggi, nella nostra compagnia di enduristi, Neris è l’unica donna che, oltre ad aver partecipato a varie motocavalcate (senza mai evitare i tratti hard), nell’ottobre del 2017 ha gareggiato nel sud della Sardegna alla Rosas Hard Race (percorso dalle innumerevoli difficoltà) conquistando tutti i dieci checkpoint.
La passione di Neris per l’enduro ormai non ha più limiti raggiungendo il suo apice lo scorso anno con la partecipazione all’Endurose in Francia insieme alla campionessa Francese Juliette Berrez e all’italiana Anna Sappino (colei che ha ideato il gruppo Lady Enduro Project di cui Neris fa parte).

 

Ma torniamo a noi ed al nostro tour in terra romagnola.
Accogliamo volentieri l’invito di Manuel di partecipare ad un bel giro in moto, una ricognizione alla ricerca di nuovi sentieri.
Da qualche mese infatti, proprio nella zona di Cesena da dove siamo partiti e a pochi km dal mare, c’è una nuova realtà chiamata Spaghettienduro™, associazione che si occupa della promozione del territorio in sella a moto da enduro.
Quale occasione migliore per tornare nella mia terra di origine ed esplorare il territorio dove sono nato e cresciuto? Il ritrovo è alle ore 9,30 nella ridente cittadina di San Piero in Bagno, capoluogo del comune di Bagno di Romagna.
I “cacciatori di sentieri” sono al completo, presenti Io e Neris, Manuel, Rodolfo (che scoprirò poi essere uno dei redattori di Endurista Magazine) e Walter, la direzione è le Balze di Verghereto, località turistica dell’Appennino tosco-romagnolo.

Imbocchiamo subito un sentiero piuttosto ostico, radici e pietre viscide ci danno il buongiorno e, senza un po’ di riscaldamento, le braccia chiedono subito supplica. Dopo vari km di sottobosco raggiungiamo un posto incantevole, una falesia rocciosa a poca distanza dal Monte Fumaiolo (1.408 metri s.l.m.) e dalle sorgenti del Tevere. Ci districhiamo tra sinuose dune grigie di roccia friabile erogate dal tempo e dagli agenti atmosferici (ma per fortuna dall’ottimo grip) da percorrere in cresta e assolutamente non consigliate a chi soffre di vertigini. Da questi posti aridi a vasti pascoli verdi la via è davvero breve. Il terreno che stavamo percorrendo non offriva la facoltà di guardarsi intorno, viste le numerose insidie ma finalmente ora possiamo godere anche del paesaggio.
Verso le 14,00 raggiungiamo le Balze dove pranziamo in una vecchia osteria. Siamo sportivi, ci teniamo alla linea per cui ci limitiamo a ordinare birra e porzioni di lasagne.

 

 

Finalmente si può conversare un po’ così che io e Neris tempestiamo di domande Rodolfo su vari argomenti come la rivista e il progetto Spaghettienduro™ scoprendo di avere tantissimi amici in comune sparsi in tutta Italia. Da enduristi appassionati quali siamo era inevitabile che prima o dopo le nostre strade si sarebbero incrociate. È il momento di ripartire. Caliamo dentro un torrente nei pressi di Badia Tedalda, comune in provincia di Arezzo in Toscana e al confine con le Marche e l’Emilia-Romagna per appagare il desiderio della Neris di guadare il fiume che attraversiamo in lungo e in largo per almeno venti volte.
La totale assenza di aderenza degli pneumatici sui grandi sassi tondi e bagnati del torrente, colpiscono e stressano il lato psicologico della Neris che scivola a terra più volte ma senza riportare danni fisici. Dopo il fiume risaliamo un sentiero arduo e dalle molteplici difficoltà e, proprio quando penso di essere arrivato in cima, vedo Manuel spingere la propria moto come un dannato.
Una curva acuta dalla pendenza inverosimile vira a destra, è priva di qualsiasi spazio per girarsi ed è condita da gradoni immensi. Bisogna spingere duro! Dopo aver portato su la mia moto vado in aiuto della Neris. Per fortuna le nostre enduro sono dei leggeri 300 due tempi dove la manovrabilità e la corposità del motore ci aiutato nei momenti più difficili. Una volta in cima, fuori dalla boscaglia, davanti a noi uno spettacolo allo stato puro. Sembra di essere in cima al mondo, un panorama stupendo si apre davanti a noi, verdi vallate a perdita d’occhio e sullo sfondo il bacino di Montedoglio, il lago più esteso della toscana.

Il computer di bordo segna 85 km, siamo a metà del giro e abbiamo già toccato tre regioni, Emilia Romagna, Marche e Toscana.
Il tempo trascorre inesorabile e la strada del ritorno è ancora lunga quando ecco all’improvviso il classico temporale estivo a mettere un po’ di pepe a questo tour. Davanti a noi una lunga salita di quelle belle ripide dal fondo molto viscido e tormentata da radici e sassi. Per un attimo mi è sembrato di essere catapultato al “Romaniacs”. Che dire, queste situazioni mi fanno impazzire.
Parto a tutto gas, dribblo l’amico Manuel riverso a terra a metà salita ed arrivo in vetta per primo ma soprattutto, al primo colpo.
I consigli di guida degli ultimi mesi dell’amico Sonny Goggia si sono rivelati davvero utili. Prendo fiato e torno giù a piedi per aiutare Neris in forte difficoltà. Non ci riesco al primo tentativo, ma al secondo porto in cima anche la moto di Neris. Poi sale Rodolfo.
Manca all’appello solo Manuel.
Il suo 300 ha la gomma posteriore praticamente “finita”, non sta dritto sul fango, scalcia e si divincola come un cavallo imbizzarrito. Dopo numerosi tentativi decidiamo di tirarlo su. Estraggo delle cinghie dal marsupio, le agganciamo alle sospensioni e dopo circa mezz’ora siamo tutti in vetta.

La stanchezza è a livelli vertiginosi e il tramonto è alle porte.

Ci avviamo per l’ultimo tratto di percorso ancora lungo e pieno di insidie alla volta di San Piero in Bagno. Finalmente verso le ore 20.00 arriviamo a destinazione con ben 140 km di fuoristrada e nove ore di enduro sulle spalle. Concludiamo la nostra giornata cenando tutti insieme, gustando un’ottima piadina romagnola abbinata al prelibato vito tipico della regione, il Sangiovese; scambiandoci aneddoti ed emozioni sulla giornata appena trascorsa.
Dal mio punto di vista (avendo girato l’Italia in lungo e in largo, comprese le isole) invito qualunque appassionato di enduro a scoprire questa regione incredibile. Spaghettienduro™ offre percorsi di ogni tipo e difficoltà e dall’incredibile varietà di panorami e terreni.
Le guide sono veri enduristi appassionati come noi, persone semplici, cordiali ed esperte del territorio ed è stato un piacere per noi poter partecipare alle operazioni di scouting dei nuovi percorsi. Il rispetto per il territorio e per le persone sono le regole fondamentali dell’enduro e questa nuova realtà ha tutte le carte in regola per diventare un riferimento nel settore del turismo delle ruote in fuoristrada. Mai avrei immaginato di trovare nella mia terra nativa, la mia carissima e amata Romagna, una ragnatela di sentieri e panorami dalla bellezza unica.

Spaghettienduro™

Il progetto Spaghettienduro™ nasce con l’intento di scoprire e valorizzare il territorio dell’entroterra romagnolo e degli incantevoli borghi medievali che ne fanno parte.
La Romagna infatti non è solo la riviera, con i suoi parchi a tema, le spiagge e le discoteche.
La parte più incredibile ma poco conosciuta è proprio quella dell’entroterra con i suoi fiumi, i parchi ed una fittissima rete di sentieri e mulattiere che sembrano nati per essere scoperti in sella moto da enduro. Il mototurismo è una risorsa importante per i piccoli comuni di montagna che si stanno lentamente spopolando e per le piccole aziende che ancora vi lavorano.
Il turismo in moto porta introiti ai ristoranti, ai B&B, agli agriturismi, ai bar, alle stazioni di servizio e molto altro.
La parola chiave è “valorizzare” non sfruttare e, solo accompagnati da guide locali potrete godere appieno della bellezza di quest’area senza incappare in spiacevoli inconvenienti. Il rispetto per le persone e per il territorio, sono le regole fondamentali dell’enduro. Con Spaghettienduro™ vorremo “regolarizzare” questa disciplina e non “vietare” grazie ad un team di accompagnatori qualificati ed esperti.

Per scoprire di più visita il sito web: www.spaghettienduro.com