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INTERVIEW | Manuel Lettenbichler

Testo: Angelo Gambino
Foto: RED BULL CONTENT POOL

 

“Mi chiamo Manuel Lettenbichler per gli amici “Mani”,
ho 21 anni, vivo con mio padre Andreas a Kiefersfelden,
un piccolo paese della Bavaria e sono il campione WESS 2019”

 

Manuel Lettenbichler è uno dei pochi gli d’arte che nel mondo dell’enduro è riuscito ad ottenere risultati di alto livello come quelli conquistati qualche anno prima da suo padre Andreas. In realtà il loro è stato quasi un passaggio di consegne perchè molti degli avversari del padre sono piloti ancora in attività con cui si è trovato a gareggiare lo stesso Manuel nel campionato WESS 2019. “Mani” è uno dei piloti più talentuosi del circuito dell’Hard Enduro e si distingue anche per le sue doti di comunicatore, difatti insieme al pilota inglese Paul Bolton è il protagonista dei video “Nuts & Boltons” prodotti da RedBull Motorsports.

 

Abbiamo incontrato Manuel pochi giorni dopo la conquista del titolo di campione WESS 2019.

Ciao Mani, cosa hai pensato subito dopo aver conquistato il titolo all’ultima gara, Getzen Rodeo, davanti al tuo pubblico ?

Vincere all’ultima gara e proprio in Germania nella gara di casa è stato il coronamento di un sogno fantastico, tutto è stato perfetto. Subito dopo il traguardo ho cercato ed abbracciato mio padre ed i miei amici Toby e Jeff, le persone che fanno parte del mio team e che mi hanno aiutato ed incitato durante tutta la stagione. Durante la premiazione non sono riuscito a trattenere le lacrime ed ho pianto per la felicità, è stata la cosa più bella della mia vita.

Quanto è stato importante per la tua carriera avere un padre come Andreas?

Lui per me è tutto, padre, amico, manager, in pratica è tutto quello di cui ho bisogno.
Ha corso per molti anni ed è stato uno dei piloti più forti dell’enduro estremo, è riuscito a trasmettermi tutta la sua esperienza e non potrò mai ringraziarlo abbastanza per tutto quello che fa. Averlo al mio fianco mi dà sicurezza, mi segue in quasi ogni gara, spesso è sul percorso e mi suggerisce dove passare o come affrontare qualche ostacolo.

 

Qual’è il miglior suggerimento che ti ha dato?

Sicuramente il fatto di non farmi prendere dall’ansia della fretta, del voler fare tutto di corsa e rischiare di sbagliare facendomi male o danneggiando la moto. L’importanza di mantenere calma e concentrazione è un aspetto fondamentale della mia vita e mi aiuta tantissimo, spesso anche in situazioni fuori dalle gare.

Cosa non ti piace di Andreas Lettenbichler ?

Mio padre non è multitasking, non riesce a fare più di una cosa alla volta. Ci sono delle volte in cui parlo e gli chiedo un qualcosa ma lui mi risponde in maniera del tutto vaga, segno che stava pensando agli affari suoi e non mi ha neanche ascoltato!

Parliamo dei tuoi primi passi in moto:

All’età di 5 anni ho avuto la mia prima moto, era un trial. Ho imparato a guidarla ma non mi divertivo, solo qualche anno più tardi è cambiato tutto. Durante un allenamento sono riuscito a saltare sopra un gradino diroccia abbastanza difficile ho provato talmente tanta soddisfazione che è come se mi fosse scattato qualcosa nella testa. In seguito ho iniziato con le gare di trial ed ho vinto tre titoli junior. A sedici anni ho corso la mia prima gara di hard enduro, era l’Erzberg Rodeo 2014, riuscendo a terminarla (ancora oggi Manuel Lettenbichler detiene il primato di “finisher” più giovane dell’Erzberg Hare Scramble), nel 2015 ho iniziato la mia carriera come pilota professionista nell’hard enduro.

Quanto è importante l’uso dei social network per un pilota:

Secondo me è molto importante, gli sponsors sono interessati al numero di click e ai followers, io gestisco i miei social tutto da solo, mi piace farlo anche se mi ritengo un po’ pigro. Dei social mi piace il poter condividere foto emozionanti ed inventarsi nuovi tricks da mostrare, non mi piacciono quelli che pubblicano foto o video con gesti senza senso solo per prendere dei “Like”.

Un tuo commento sull’uso dei social network da parte dei tuoi colleghi dell’Hard Enduro:

Seguo un po’ tutti i piloti e li ritengo tutti molto bravi anche nel’uso dei social. Graham Jarvis ha un grande seguito ma trovo un po’ troppo ripetitive le sue foto in impennata o in stopping, Billy Bolt mi piace perché è sempre imprevedibile ma se devo scegliere il mio preferito è Alfredo Gomez.

 

 

La tua gara preferita:

Me ne piacciono diverse ma il RedBull Romaniacs rimane la mia preferita. E’ una gara difficile, tanti giorni, c’è da soffrire e bisogna tener duro, la concentrazione fa la differenza. La cosa bella è che quando arrivi al traguardo e pensi a tutto quello che hai dovuto affrontare ti sale una soddisfazione enorme a prescindere dal risultato in classifica e quest’anno avendo vinto la soddisfazione è stata doppia!

A proposito di Romaniacs, cosa ne pensi della nuova regola che prevede il “No Help Zone” per la classe Gold?

Sapendo cosa abbiamo dovuto affrontare negli anni scorsi questa novità fa un po’ paura. Nell’ultima edizione ci sono stati diversi passaggi molto duri, alcuni davvero impossibili da far da soli quindi penso che con questa regola gli organizzatori dovranno sicuramente rivedere la tracciatura del percorso. Qualche pilota si è lamentato per gli aiuti ai piloti da parte degli uomini dei team, posso essere d’accordo ma per quello che mi riguarda io ho fatto la mia gara sempre davanti e ho fatto quasi sempre tutto da solo.

Chi ti segue sui social può vedere che viaggi in tutto il mondo e fai enduro in posti incredibili, qual è lo stato che preferisci?

L’Italia! Amo il vostro paese per diverse ragioni, ho molti amici, si mangia bene, non è troppo lontano da casa mia e riesco ad allenarmi con dei bei percorsi di hard enduro e di motocross, anche il meteo è importante perché é perfetto per andare in moto, mai troppo caldo o troppo freddo.

Viaggiare in tutto il mondo è molto bello ma è stancante e non sempre ci sono le condizioni ottimali per andare in moto, per esempio in Repubblica dominicana è tutto molto bello se vuoi fare vita da spiaggia ma per fare enduro fa sempre troppo caldo.

304 èil numero che Manuel utilizza da sempre nelle gare ed indica la sua data di nascita 30 Aprile.

 

Raccontami come ti alleni per essere il numero 1:

Non ho un programma di allenamento vero e proprio, due anni fa mi sono allenato con il supporto di un personal trainer ma ho capito che non faceva per me.. molto spesso mi sentivo stanco a causa del troppo carico di lavoro e mi sono reso conto che non avevo voglia di quella tipologia di allenamento. Per allenarmi bene cerco di andare in moto il più possibile diversificando le uscite trahard enduro, trial e motocross. Quando la stagione lo consente cerco di fare delle attività outdoor in compagnia degli amici, mountain bike, downhill oppure escursioni a piedi in alta montagna. A casa faccio un po’ di ginnastica, principalmente stretching, non faccio attività con i pesi perché già la faccio in gara alzando o spingendo la mia Ktm.

Sei supportato direttamente da Ktm ma non fai parte del team ufficiale Factory Racing, qual’è la differenza?

La differenza principale è che non sono stipendiato da Ktm, sono un pilota professionista grazie ai miei sponsors personali ed ai premi gara che conquisto. Ktm mi supporta tecnicamente, quindi oltre alle moto per correre ho a disposizione tutte le parti speciali come i piloti ufficiali e per loro eseguo diversi test durante l’anno. 

Durante la stagione, in base alla tipologia di gara, hai utilizzato la EXC 300Tpi o la EXC 350F qual’è la tua preferita?

La mia preferita è la 300 tpi, è la moto con cui mi sento più a mio agio e che guido da sempre quindi non ho dubbi sulla scelta. Anche la EXC 350F mi piace e da grandi soddisfazioni, in pista da motocross giro più veloce rispetto al 2 tempi e per le gare classiche o di cross country penso sia la più indicata. Diciamo che sono molto felice di poterle usare entrambe!

Quanto è diversa la tua Ktm EXC 300 tpi rispetto alla motocicletta di serie ?

Le sospensioni sono la differenza più grande, per il resto utilizzo un manubrio con una piega differente e pedane più basse di 5mm. Nell’enduro estremo la moto è sicuramente importante, gli pneumatici sono molto importanti ma la differenza la fa ancora il pilota.

Che importanza dai all’abbigliamento che utilizzi in gara?

Tantissima. Nell’hard enduro si sta tante ore in moto e quasi sempre in condizioni estreme, avere un completo comodo e traspirante è davvero fondamentale. Ho la fortuna di correre con FOX e con loro è come essere in famiglia, sono molto attenti ad ogni mia esigenza, utilizzo la linea Flexair perché oltre alle grandi doti di traspirazione è anche molto leggero e areato. E poi mi piace distinguermi dal “gruppo” ed il design dei completi FOX esce dagli schemi come piace a me, pensa che al Getzen Rodeo mi hanno fatto una super sorpresa dedicandomi un bellissimo completo con i colori della Germania.

Qual è la domanda che nessuno ti ha mai fatto?

Wow! Credo che nessuno mi abbia mai chiesto come faccio ad essere sempre così felice. La risposta è semplice e forse scontata, sono cosciente della fortuna che ho nel poter fare quello che più mi piace e mi diverto tantissimo. Cerco di avere sempre un atteggiamento positivo nelle gare ma soprattutto nella vita di tutti i giorni, ci sono dei momenti in cui non è facile ma grazie alle persone che mi sono vicine riesco a superare anche qualche momento “no”.