Hai mai pensato a quante volte nella vita professionale o privata si arriva a chiudere col passato o a cambiare radicalmente il punto di vista nei confronti di qualcosa? Probabilmente tante, anzi tantissime ma il tema di oggi non sta nel “quante” volte ma nel “quando” arriva il momento giusto per cambiare.
Ho immaginato questa serie di pensieri freudiani prendere vita negli uf ci di Borgo Panigale a Bologna quando Davide Previtera, ingegnere capo del progetto V4 ha iniziato a discutere con i ragazzi del suo Team su quale poteva essere la strada da seguire per sviluppare la nuova Ducati Multistrada V4.
Un compito arduo quello di portare ad un nuovo stadio di evoluzione un motocicletta nata nell’oramai lontano 2003 e che, anno dopo anno, è diventata una icona del suo segmento, e allora cosa e come cambiare? Per rispondere in maniera chiara a questa domanda sono stati necessari tre anni di lavoro.
Anni di studio e di sviluppo che oggi ci hanno portato ad avere una Ducati Multistrada tutta nuova, un progetto che sposa scelte tecniche di rottura con il passato e che di fatto chiude dei cicli di lavoro importanti.
L’anima pulsante della nuova Multistrada è nel motore V4 Granturismo: un inedito 4 cilindri da 1.158 cc compatto, leggero ed in grado di erogare 170 cv (125 kW) a 10.500 giri con una coppia massima di 125 Nm (12,7 kgm) a 8.750 giri. Il nuovo propulsore sancisce di fatto la ne di uno dei vessilli tanto cari a Ducati, ovvero l’utilizzo della distribuzione desmodromica, il famoso “desmo”.
La Multistrada V4 è la prima moto al mondo ad aver adottato un sistema radar anteriore e posteriore integrati uno nella parte frontale sotto il gruppo ottico e l’altro al posteriore appena sopra la targa.
L’obiettivo degli ingegneri è stato chiaro sin da subito, aumentare prestazioni, af dabilità e guadagnare intervalli di manutenzione più lunghi. La soluzione non poteva che essere in un cambiamento radicale, l’utilizzo di una distribuzione a molle e non più a bilancieri come da tradizione Ducati… leggi tutto il test su Endurista Magazine 68 in edicola oppure acquistalo online CLICCANDO QUI!
Borgo Panigale, Bologna, 4 novembre 2020 – Ducati ha presentato al mondo la nuova Multistrada V4 durante il primo episodio della Ducati World Première web series.
La Multistrada ha un nome che da solo racchiude una promessa ambiziosa da mantenere: la capacità di offrire una grande versatilità. Nasce infatti con l’intento di essere una moto sportiva ma confortevole, in grado di poter affrontare con sicurezza e solidità ogni condizione stradale, su asfalto e su sterrato.
In 18 anni ne sono state prodotte oltre 110.000 unità e sin dalla sua nascita, nel 2003, ha saputo evolversi, ampliando il proprio ambito di utilizzo. La prima Multistrada era una moto sportiva, con buona coppia e principalmente indicata a un utilizzo stradale. La versione del 2010 è stata la prima “quattro moto in uno”, ovvero la prima moto al mondo dotata di Riding Mode. Nel 2015 è stato invece presentato il primo motore dotato di un doppio variatore di fase, che migliorava la fluidità di erogazione.
La quarta generazione di Multistrada è una moto ancora più prestazionale, ma comunque più facile da guidare. Più robusta e al contempo leggera. Maggiormente versatile e confortevole, ma efficace in ogni condizione di guida. In altre parole, Ducati desiderava che la Multistrada V4 fosse la “Multi” migliore di sempre. Insomma, più Multistrada che mai.
La Multistrada V4 è “Sport” perché è leggera e compatta, ha 170 CV, aiuti elettronici da MotoGP e una ciclistica con quote agili per una guida esaltante ed efficace nel misto. È “Touring” grazie agli intervalli di manutenzione principali fissati ogni 60.000 km, alla cura maniacale rivolta in fase di sviluppo al comfort di marcia, ai sistemi Radar (prima moto al mondo ad averli sia anteriore che posteriore), al navigatore cartografico visualizzabile sul cruscotto e alle cornering lights. È “Enduro” grazie a ottime capacità off-road, sospensioni elettroniche, fluidità di erogazione e rapportatura del cambio. È “Urban” perché garantisce grande facilità di utilizzo alle basse velocità, ma anche grazie alla connettività dello smartphone e all’attento studio rivolto al comfort termico. Ecco spiegato il motivo per cui dominare tutte le strade non è mai stato così facile.
Il lavoro di design fatto sulla Multistrada V4 è estremamente funzionale alla sua anima tecnica e ha portato a un risultato estetico solido, robusto, ma comunque raffinato. I designer Ducati hanno lavorato sulle proporzioni e sulla compattezza del corpo moto all’interno dell’interasse, in modo da privilegiare il perfetto connubio tra forma e funzione. Questo fatto si nota immediatamente dai volumi sbilanciati sull’anteriore con linee muscolose ma sexy per integrare il serbatoio da 22 litri, che si sposano col posteriore snello che permette una posizione di guida ottimale anche in piedi nei tratti fuoristrada. Lo studio dei flussi aerodinamici è stato orientato a garantire il massimo comfort possibile al pilota.
Il motore è il vero cuore di questa moto: il V4 Granturismo. Leggero (66,7 kg) e compatto, ha tanta grinta ma si dimostra morbidissimo e fluidissimo ai bassi regimi, con tanta schiena ai medi e veramente eccitante agli alti. Il V4 Granturismo ha una cilindrata di 1.158 cm3 ed eroga 170 CV (125 kW) a 10.500 giri con una coppia massima di 125 Nm (12,7 kgm) a 8.750 giri. Inoltre, l’adozione di questo motore consente un significativo allungamento degli intervalli di manutenzione: nella Multistrada V4 il cambio dell’olio è previsto ogni 15.000 km, mentre il controllo e l’eventuale regolazione del gioco valvole è richiesto ogni 60.000 km. Nessuna moto in produzione arriva a tanto.
Il pacchetto elettronico della Multistrada V4 è lo stato dell’arte nel settore motociclistico per sicurezza, comfort, performance e connettività. La piattaforma inerziale (IMU) gestisce il funzionamento di ABS Cornering, Ducati Wheelie Control (DWC), Ducati Traction Control (DTC), qui in versione “cornering” e, sulla Multistrada V4 S, le Cornering Lights (DCL). Sempre sulla Multistrada V4 S è presente di serie anche il Vehicle Hold Control (VHC), che rende semplice la ripartenza su strade in pendenza. Sulla Multistrada V4 S, la piattaforma inerziale dialoga continuamente anche con il sistema di controllo delle sospensioni semi attive Ducati Skyhook Suspension (DSS) con funzione Autoleveling.
Con la Multistrada V4 Ducati introduce inoltre un’anteprima assoluta nel mondo delle moto: il rivoluzionario sistema radar anteriore e posteriore, che permette l’utilizzo del Cruise Control Adattivo (ACC) e del Blind Spot Detection (BSD). I radar sono dei sistemi di ausilio avanzato che Ducati ha sviluppato assieme a un partner tecnologico di primo livello come Bosch, e sono in grado di supportare e rendere più confortevole la guida grazie alla capacità di ricostruire la realtà circostante la moto.
La Multistrada V4 è equipaggiata con un telaio monoscocca in alluminio, ruota anteriore da 19 pollici e forcellone bibraccio, in grado di ospitare ruote a raggi. Ha un interasse contenuto (1.567 mm), un avantreno dalle quote sportive, sospensioni con grande escursione (170 mm la corsa ruota anteriore e 180 mm quella posteriore), luce a terra di ben 220 mm e un peso a secco di 215 kg. Tutto ciò permette alla Multistrada V4 di essere intuitiva ed efficace tra le curve come una vera Ducati e al contempo facile da guidare e versatile sia per un utilizzo su strada sia fuoristrada.
Con l’obiettivo di rendere i lunghi trasferimenti autostradali più confortevoli, in fase di progettazione e sviluppo gli ingegneri Ducati hanno posto grande attenzione a ciò che nel mondo auto è chiamato Noise, Vibration, Harshness (NVH), ovvero la misura del livello di confort generale del veicolo.
In questo senso è stato fatto un attento studio aerodinamico, svolto anche in galleria del vento, per ottenere la migliore protezione all’aria del pilota e del passeggero, ridurre i fruscii e allontanare dalle gambe del pilota il calore proveniente dal motore. Il risultato è un plexiglass dalla forma inedita, regolabile in altezza con un solo dito, associato a due deflettori laterali. Le forme dei paramani e delle parti più esposte all’aria sono state studiate nei minimi dettagli, così come il “sound”, educato ma sempre presente e dalla timbrica Ducati, del motore. Il motore V4 Granturismo adotta anche la strategia di disattivazione della bancata posteriore al minimo. In questo modo, quando la moto è ferma al semaforo, la bancata posteriore si disattiva (non c’è combustione nei cilindri), migliorando il comfort termico di pilota e passeggero grazie all’abbassamento delle temperature e riducendo il consumo.
La Multistrada V4 ha moltissime possibilità di configurazione diverse per rispondere alle esigenze dei clienti più disparati. Il modello V4 standard è disponibile in colore rosso e rappresenta la versione dedicata a chi ama il motore da 170 cv e i 215 kg di peso.
Il modello centrale della gamma, la V4 S, è disponibile, oltre che in rosso, nel colore “Aviator Grey”. La Ducati Multistrada V4 S può essere ordinata sia coi cerchi in lega che con i cerchi a raggi. Per questa moto Ducati ha pensato a un nuovo pacchetto di configurazioni che possa essere ordinato direttamente dalla fabbrica (Essential, Travel, Radar, Performance, Full). È già possibile visualizzare tutte le opzioni di configurazione nella sezione dedicata del sito Ducati.
La terza versione è la Multistrada V4 S Sport, che offre una livrea dedicata particolarmente grintosa e il pacchetto Performance di serie con scarico Akrapovič e parafango anteriore in carbonio.
La nuova Multistrada V4 sarà disponibile nei concessionari Ducati a partire da fine novembre.
Guarda subito il trailer:
https://www.enduristamagazine.com/wp-content/uploads/2020/11/DUCATI_MULTISTRADA_V4_S_AMBIENCE-_59__UC207346_High.jpg6831024ferrohttps://www.enduristamagazine.com/wp-content/uploads/2018/11/Logo-endurista-300x113.pngferro2020-11-29 13:59:522020-11-29 14:24:16Ducati presenta la nuova Multistrada V4
Mesi trascorsi in casa tra corsi di cucina, corsi di yoga, sterili passeggiate intorno a casa e code al supermercato ma soprattutto, niente moto e niente amici. Ora sembra un ricordo lontano ma vivere il lockdown non è stato facile. Oggi fuori c’è il sole ed io sto faticando a rimanere concentrato davanti al mio computer. Lo smart working ereditato dalla quarantena mi ha relegato in una condizione nuova, solo in casa a cercar concentrazione per portare avanti il mio lavoro.
Siamo sinceri, due mesi rinchiusi in casa lasciano il segno, ma due mesi senza andare in moto possono essere ancora peggio!
Sulla sinistra della tastiera, poco più in là del mouse, il telefono è in modalità silenziosa ma continua a vibrare imperterrito. Qualcuno insiste nel volermi distrarre continuando ad inviare messaggi su whatsapp. Resisto, o meglio, resisto per un po’ ma dopo l’ennesima vibrazione cedo e prendo il telefono. 13 messaggi, tutti uguali. “Oh hai visto che giornata? Andiamo a cercare un po’ di stradelli con le scrambler?” Il diavolo tentatore oggi risponde al nome di Matteo, lui fa il gelato di mestiere e si gestisce il tempo un po’ come vuole e quando vuole sa essere molto convincente.
Guardo fuori, il cielo è blu e qualche nuvola bianca dipinge paesaggi che sanno di acquerello. Rileggo il messaggio, apro la finestra e prendo una boccata d’aria, aria che ha gusto di libertà e la memoria torna a quando ero sigillato in casa. Una frazione di secondo è il tempo necessario per decidere: “Ok Teo ci sono! Ci vediamo tra mezz’ora dal benzinaio”.
Giù in garage il Fantic Caballero Rally non aspettava altro. Anche per lui la mia assenza forzata è stata qualcosa di nuovo, alienante ed estremamente noiosa. Sono un endurista da sempre e le mulattiere rimangono l’apice del piacere in moto ma ultimamente l’uscita con il Caballero tra strada e fuoristrada mi regala un sapore diverso che mi piace molto. Innanzitutto il rituale di preparazione non è così complicato come quando si esce per fare enduro vero. Con la scrambler vado via più snello, occhiali, casco, guanti, giacca in stile e scarponcini adeguati.
Il concetto di avventura invece è simile anche perché con Matteo la maggior parte delle volte si parte senza una meta ben precisa. Siamo come provetti esploratori che si perdono volontariamente nella miriade di strade sterrate delle colline circostanti… leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 65 in edicola, o acquistalo online CLICCANDO QUI!