RALLY RAID | 17° Rally d’Albania
Testo: Andrea Fesani
Foto: Alessio Corradini e Flore Layole
Negli ultimi tempi mi sono dedicato molto all’Enduro ed era da qualche anno che non partecipavo più ad un rally internazionale. Come mi era già successo in passato, un bel giorno ho sentito il “richiamo” in quanto le grandi maratone rallystiche fanno ancora parte del mio DNA. Così, a circa metà maggio la curiosità di vedere se il Rally di Albania fosse (come dicono in tanti) un bellissimo rally, ha prevalso e mi sono iscritto.
Come in ogni viaggio, prima di partire occorre informarsi sui luoghi, sulla storia e sulla moneta di dove si deve andare. Scopro che l’Albania era uno stato socialista (Repubblica Popolare Albanese) dal 1945 al 1990 e che andava a braccetto con Cina e URSS. Poi dopo le elezioni “democratiche” del 1992 con più forze politiche in campo, il partito Democratico vinse le elezioni e con la presidenza di Sali Berisha, la nazione imboccò la strada della completa liberalizzazione economica.
Oggi l’Albania è un cantiere edile a cielo aperto, strade in costruzione, grattacieli nelle grandi città e abbandono da parti degli abitanti delle zone rurali verso le quattro grandi città del paese (Tirana, Durazzo, Elbasan, Scutari). La moneta è il Lek ma viene accettato ovunque anche l’Euro e il popolo albanese sta compiendo grandi sforzi per riuscire ad entrare nell’Unione Europea.
Ma torniamo al rally, il ritrovo è a Durazzo presso uno splendido hotel a cinque stelle dotato di piscina ed ogni comfort. Le veri che amministrative si svolgono senza code e quelle tecniche sono davvero ridotte all’osso. Per quello che riguarda l’aspetto “sicurezza”, quest’anno ogni pilota è stato fornito di un dispositivo tracking. Grazie a questo strumento i piloti sono costantemente monitorati ed in caso di incidente, basta spingere un tasto per inviare un messaggio di aiuto ed essere tempestivamente soccorsi.
Tra l’entusiasmo generale verso le 17 in riva al mare si svolge la cerimonia di apertura del Rally di Albania 2022.
Do po una breve presentazione di ogni partecipante a un chilometro di distanza si svolge il prologo, prova che determina l’ordine di partenza della prima tappa. Il prologo è un sentiero polveroso in costa di circa 4 km dove i piloti corrono veloci sotto gli sguardi e il tifo di un nutrito numero di bagnanti e curiosi.
Alle 8.00 del mattino seguente, parte la prima tappa di 219 km DURAZZO – VALBONE.
Sono circa un centinaio di km di trasferimento con tre Prove Speciali di rispettivamente 40, 80 e 84 km. Il percorso è scorrevole ma riserva insidie tecniche. Meglio fare attenzione ai veicoli che transitano sulle strade essendo il percorso (come tutti i rally internazionali) aperto al traf co. La terza Prova Speciale termina presso una stazione di rifornimento.
Come quasi tutte le prove dei giorni successivi, dopo una breve pausa si arriva via asfalto a Dragobi, un piccolo borgo di montagna al con ne con il Kossovo, ricco di numerosi alberghi di nuova costruzione a circa 1.000 metri di altitudine. La temperatura è frizzante, l’accoglienza all’albergo è ottima e le camere sono ampie e pulite. Una brutta caduta nel corso della prima Prova Speciale, toglie di scena l’amico Massimo Prazzoli che verrà operato al gomito al suo rientro a Milano qualche giorno dopo.
Dopo questa prima tappa, lunga, calda e faticosa, il menù del rally prevede una seconda prova più breve ad anello con partenza e rientro a Valbone, nelle montagne circostanti. La notte piove copiosamente e il percorso da semplice diventa insidioso, così viscido che anche l’amico siciliano Guido Cusumano, incappa in un errore scivolando in una crepa del terreno.
Guido viene soccorso prontamente terminando la sua prova in grande ritardo. Guido fa parte di una folta schiera di piloti capitanati da Valdimiro Brezzi e
da Alfredo Procaccini che, con un abbigliamento dedicato alla gara e con un paddock in stile toscano, tengono alta la bandiera del nostro paese… leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 77 in edicola oppure acquista la tua copia sul nostro sito CLICCANDO QUI!
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