L’endurista c’è sempre!
“Marradi isolata, tutte le strade sono crollate e ci sono decine e decine di case rimaste isolate senza luce e acqua, qui è un disastro …. “ è cosi che martedì 16 Maggio, seduto sul divano di casa mia a Sasso Marconi in provincia di Bologna a guardare queste notizie che arrivavano dal telegiornale nazionale mi sono detto che non potevo rimanere lì senza far niente. Ho iniziato a pensare che io con la mia moto da enduro forse avrei potuto essere d’aiuto. Ho cercato subito i numeri di telefono della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco di Marradi, un paese dell’Alto Mugello in provincia di Firenze ed un mezzo alle montagne dell’Appenino Tosco-Emiliano, e al telefono ho chiesto loro se con la moto potevo essere d’aiuto in qualche modo: li avevo spiazzati perchè forse non avevano pensato alla possibilità di impiegare gli enduristi e così mi risposero che mi avrebbero fatto sapere.
Dopo nemmeno un’ora ho ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto ed erano i Vigili del Fuoco: “Luca, riuscite a venire in 6 moto?”……CERTO!!!! “Allora domani mattina qui al centro operativo alle 8:00!”
Ora bisognava cercare immediatamente le persone e ho diffuso subito la richiesta a tutta la comunità enduristica, anche se sapevo già che potevo contare sulle persone del mio gruppo di Bologna “Prella la Manetta!”, che possiamo tradurre facilmente con “Dai del Gas!”. Pietro, Valerio e Giovanni non hanno avuto un minimo di esitazione e nel frattempo che li stavo avvertendo stavo già iniziando a ricevere adesioni anche da tutta Italia.
Così faccio la valigia, preparo tutto quello che posso velocemente, vado a far benzina alla moto, cerco un albergo nei dintorni dove passare la sera e Giovanni è già sotto casa mia … con il suo carrello e la moto pronto per caricarmi e partire.
La mattina seguente alle 7:30 eravamo già li al centro operativo di Popolano, a pochi chilometri da Marradi sulla strada provinciale verso Faenza. Valerio, Pietro, Andrea ed un suo amico di Imola mi hanno avvertito che sarebbero arrivati più tardi perchè tutte le strade dalla Romagna a lì erano crollate oppure inagibili e stavano cercando un’alternativa.
Al centro operativo si respirava comprensibilmente molta tensione: c’era un via vai frenetico tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Misericordia e i vari volontari. Già pronto e vestito da enduro, entro nella sala operativa che era piena di autorità, il sindaco di Marradi insieme al sindaco di Firenze, il Comandante ed i funzionari dei Vigili del Fuoco con i Carabinieri locali.
Mi presento al Sindaco e subito mi mettono davanti ad una mappa del territorio, “vi daremo un GPS ed una radio e dovete marcare tutti i punti frana, dovete dirci quali sono le strade transitabili o meno. Inoltre dovete andare a verificare un importante centro di meditazione yoga Vipassena di Lutirano a rischio che ha la strada di accesso franata e verificare se vi sono case isolate totalmente”. Non c’era tempo da perdere: ho riferito che gli altri 4 amici sarebbero arrivati a poco e che ci saremmo divisi il lavoro in tre squadre da due moto ciascuna.
Io e Giovanni siamo così partiti e inizialmente non ci rendevamo conto, perché lì intorno sembrava tutto normale, ma appena abbiamo imboccato le prime strade da verificare ecco allora che ci si è aperto lo scenario della devastazione più totale. Personalmente non avevo mai visto una cosa del genere: intere montagne franate, tratti di strade sprofondate di un metro e mezzo, strade che finivano nel vuoto come potevo aver visto solo nei film.
In ogni punto ci fermavamo a fare il marcamento GPS e la foto per poi mandarla in tempo reale ai Vigili del Fuoco. Con le nostre moto da enduro riuscivamo ad aggirare le frane o a passare nel poco lembo di strada rimasto e ci siamo trovati a doverci fare strada segando qualche tronco e tirando le moto con le corde perchè sprofondavano letteralmente in quello che non si può chiamare nemmeno fango, erano come le sabbie mobili!!!
La sensazione di essere su un terreno in continuo movimento, non ci rendeva affatto sereni.
Abbiamo raggiunto il centro di meditazione ed erano in 60 persone completamente isolate! Loro stavano tutti bene ma la situazione della montagna intorno era molto a rischio e la strada per raggiungerla era franata. Abbiamo comunicato il tutto alla centrale operativa e ci siamo diretti verso un’altra strada da verificare dove due grosse frane avevano isolato letteralmente due abitazioni: una signora anziana ed il marito che con il sorriso ed in dialetto ci hanno rassicurato e che in qualche modo avrebbero fatto senza volere evacuare e più in su sulla stessa montagna c’era la loro figlia in un’altra casa, che era lì tranquilla a fare la legna. La sensazione personale di portare rassicurazione e sorrisi alle persone riempiva il cuore e loro sarebbero rimaste ore lì a far chiacchiere.
Dovevamo proseguire però, ma poco dopo non si poteva andare più da nessuna parte…non c’era più la montagna davanti a noi! E ora?!? Abbiamo guardato sulla mappa e abbiamo visto che la strada principale passava poco più in basso e così ci siamo avventurati nel bosco e dopo un’oretta sentiamo altre due moto in lontananza: erano Pietro e Valerio che stavano verificando la strada provinciale.
Ormai erano già le 13 e abbiamo deciso di rientrare al centro operativo. Avevano iniziato l’evacuazione con l’elicottero delle persone del centro meditazione yoga, perchè a seguito della nostra segnalazione avevano preferito spostarle per la loro sicurezza. Mangiamo tutti insieme una buonissima pasta alla carbonara e ci raggiunge intanto anche un endurista locale, che conosce meglio di tutti noi il territorio.
Ci viene subito assegnato un nuovo compito: dovevamo portare medicinali salvavita ed acqua potabile ad una casa rimasta isolata. Partiamo questa volta tutti insieme, ma la strada era impossibile da trovare anche con le nostre moto perché sommersa dal fango. Così grazie a Luca, l’endurista locale, parcheggiamo le moto e con un sentiero che inizia nella vallata di fronte ci incamminiamo con due zaini a testa sulle spalle verso la casa. Ci accolgono sorpresi e pieni di gioia, rimaniamo a parlare, non ci farebbero più andar via, sembrava di stare quasi come nel film “Benvenuti al Sud”, quando tutti quelli a cui portano la posta gli offrono caffè e vino e finisco per essere ubriachi!!
Torniamo al centro operativo, ma subito ci viene detto di andare a verificare se una stradina fosse a posto per l’utilizzo di passaggio di eventuali mezzi di soccorso: ormai era quasi buio, ma portiamo a termine positivamente il compito.
Ero stanco, ma era una stanchezza bella. Ci cambiamo, ci docciamo e ceniamo con tutti quelli che stavano operando lì in quel momento. Ci aspettava una notte su una brandina tutti insieme in una parrocchia che aveva dato la disponibilità alla sistemazione degli sfollati.
La notte aveva ripreso purtroppo a piovere molto forte e le brutte sensazioni iniziavano a farsi sentire; ci svegliamo, ci mettiamo l’antipioggia, e andiamo subito al centro operativo. Tutto quello che fino ad ora non era crollato, oggi avrebbe ceduto ed infatti la prima notizia arriva dal centro di meditazione: la montagna gli stava franando sopra, meno male, ho pensato, che non ci sia rimasto più nessuno. Pioveva forte e anche per noi andare in giro era molto pericoloso: le nostre moto erano lì fuori sotto la pioggia, pronte a partire, ma la situazione non lo permetteva.
C’era anche lì pronto a partire con noi Fabio di Cesena e Alberto un altro endurista locale.
Ecco arrivare le richieste: bisognava portare medicinali e acqua ad una casa isolata molto lontana ed andare a verificare la viabilità della Valnera, in direzione Brisighella e in piena Emilia-Romagna, con un’altra casa di anziani in una frazione isolata, senza telefono e corrente elettrica,
Partiamo, la pioggia è battente, il fango è abbondante ma la sensazione più brutta era passare su quelle crepe che sembravano si dovessero staccare all’improvviso, si stava sempre con mille occhi ed orecchie aperte ma la storia era sempre la stessa una volta raggiunte le case: sorrisi, chiacchiere, offerte di caffè, di mangiare e il tutto sempre unito da mille complimenti e molti ringraziamenti.
E così a seguire per tutto il giorno, siamo tornati al Centro stanchi, bagnati fradici ma ad attenderci c’era una polenta e cinghiale da ristorante stellato che i volontari della Protezione Civile avevano preparato per tutto il gruppo.
Forse mi sono dilungato troppo in questo mio resoconto ma avrei altre mille cose da dire, mille sensazioni da esprimere, sono fiero di avere amici che non hanno esitato a venire di aver conosciuto persone straordinarie con cui ho operato, a cominciare dal Sindaco, i Vigili del Fuoco che mi hanno infamato più volte scherzosamente, perché ogni dieci telefonate che ricevevano, cinque erano di enduristi da tutta Italia che si offrivano volontari, a seguito anche di un servizio televisivo proprio su di noi! Ma chi devo ringraziare veramente sono tutte quelle persone che grazie alle nostre moto, abbiamo raggiunto e che ci hanno riempito l’animo con i loro grazie e la loro commozione nel vederci.
Sono fiero di essere un endurista e di far parte di questa grande famiglia che nel bisogno si è dimostrata davvero tutta unita e disponibile.
Luca Medaglia
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