Intervista a Graham Jarvis
Testo: Enduropro – foto: press Husqvarna
>> Raccontaci dei tuoi primi passi nel mondo del trial, dove in sostanza sei rimasto per la maggior parte della tua carriera.
Vuoi che ti parli di tutta la mia vita? (ride).
Ok, te la riassumerò un po’. Ho corso nel mondiale trial per dieci anni e il mio miglior risultato è stato un quarto posto, in tre anni ho ottenuto 5 vittorie nelle competizioni. Ho sempre praticato l’enduro come puro divertimento nel tempo libero quando le gare nel trial e l’allenamento me lo permettevano.
>> E dopo sei passato all’ Hard Enduro? In realtà credo che questo sport sia cresciuto molto nell’ultimo decennio.
Le prove/competizioni inglesi di trial sono composte da giri molto lunghi e, se ci pensi bene, è la miglior forma di preparazione per la scuola dell’enduro. In prove come ad esempio la SSDT, la Sei Giorni di Trial di Scozia, finisci facendo più di cento miglia al giorno al punto che cominci ad apprezzare le lunghe percorrenze e le lunghe competizioni.
Quando la sua carriera nel trial sembrava essere arrivata alla fine, gli si aprirono le porte di un nuovo mondo, divenendo in breve il re indiscusso dell’ hard enduro.
>> Ad un certo punto però deve esserci stata una decisione per questo cambio.
Sì certo, il livello dei piloti più giovani che approdavano al trial negli ultimi anni è diventato veramente alto, mentre i risultati si abbassavano. L’enduro ha cominciato a divertirmi di più e mi sono accorto di ottenere risultati migliori. Così il passaggio dal trial a quello dell’enduro è stato qualcosa di naturale.
>> Com’è iniziato tutto?
Iniziai partecipando a tre-quattro grandi prove di Hard Enduro come l’ErzbergRodeo, l’Hell’s Gate e anche qualche altra gara oltreoceano. L’Enduro estremo stava crescendo esponenzialmente e i grossi sponsor hanno iniziato a identificare in questa nuova specialità estrema un’ottima opportunità di visibilità, un mix tra la gara e lo spettacolo puro che attira il grande pubblico.
>> L’Hard Enduro è cresciuto esponezialmente.
Quando ho iniziato a praticare questo sport il mondo dell’enduro estremo non era ancora esploso e c’erano solo due o tre gare davvero importanti. Nel mio paese, per esempio, quasi nessuno aveva mai sentito parlarne. A poco a poco questa spettacolare disciplina acquistò popolarità e iniziò a crescere sempre di più. Iniziai questa nuova avventura solo per praticare sport e per puro divertimento, ma ad oggi ritengo di essere davvero fortunato a poterla vivere anche da protagonista.
>> Quale gara ti entusiasma di più tra tutte le competizioni estreme a cui hai partecipato?
Probabilmente il Romaniacs. è una bellissima gara, con molte varietà di terreni e uno scenario semplicemente spettacolare. Durante la gara, come dicevo, puoi trovare di tutto, terra, fango, sentieri veloci e tratti tortuosi e più impegnativi, un vero divertimento. Anche la Roof of Africa è molto bella, simile al Romaniacs, ma non con la stessa varietà di terreni, lì c’è la presenza di più pietra. Rimane, comunque, una competizione di livello, una gara importante e con lunghe percorrenze. Partecipare al Roof of Africa è come vivere una vera avventura perché con esattezza non sai mai bene dove ti trovi.
>> Attualmente, credi che riscuota più interesse il mondo dell’Hard Enduro o del Trial?
Oggi l’Enduro estremo senza dubbio è più riconosciuto a livello internazionale, mentre in pochi paesi sanno davvero cosa è il trial.
>> Quale è il segreto per il quale da tanti anni sei ai vertici di questa specialità? Un mix di esperienza e che cosa in più?
Sicuramente si tratta di una combinazione di più fattori. Tutto parte sicuramente dalla mia precedente esperienza nel mondo del trial, dagli anni di sacrifici fatti e di tutto l’allenamento e del duro lavoro di tanti anni di corse. Il trial è quasi un’arte marziale, è fondamentale saper sempre mantenere la concentrazione durante le manovre ed hai bisogno di seguire un cammino professionale. Il livello di stress e pressione sono molto alti e crescono sempre più di intensità quando arrivi ai massimi livelli professionali o quando partecipi alle prove del mondiale. Per me competere nell’enduro è più facile e più naturale di quando facevo trial, ritengo quest’ultimo più complicato.
>> Cosa pensi di questa nuova generazione di piloti che dal Trial passano all’Hard Enduro? Sei un precursore e ora che la strada è stata spianata sembrerebbe tutto più facile.
Sì è vero, sempre più spesso oggi piloti di Trial, soprattutto giovani, migrano all’Hard Enduro alzando il livello della disciplina e credo che il numero continuerà a crescere. Capita a volte che i trialisti non si abituino al cambiamento.
>> Potrà sembrare banale ma come dal trial molti piloti passano all’enduro, oggi molti famosi enduristi cercano gloria nel mondo dei grandi rally. Hai mai pensato di tentare la fortuna nel mondo dei rally raid?
Sinceramente non sono sicuro che possa piacermi, però non escludo nulla e non chiudo la porta a nessuna possibilità. Chi lo sa? Credo che il mondo dei rally sia molto complicato e davvero difficile conseguire buoni risultati. Però mi piacerebbe partecipare un giorno ad una gara tipo la Dakar, solo per poter dire a me stesso che l’ho fatta almeno una volta nella vita, solo come sfida mia personale.
Grazie Jarvis
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