EXPERIENCE | Mongolia, oltre i confini del turismo tradizionale
Testo e foto: Angelo Gambino
Sono le 05:30 del mattino quando i primi raggi del sole illuminano l’immensità della steppa bianca. L’alba regala sempre qualcosa di meraviglioso, ancor di più negli spazi infiniti della Mongolia. C’è una sensazione di rinascita che si perpetua giorno dopo giorno e poter vivere questo momento in sella ad una moto da enduro è qualcosa di unico e speciale, proprio come il paesaggio che ho di fronte. Negli anni la moto da enduro è stato il mio mezzo preferito per scoprire ed esplorare un paese straniero, penso possa definirsi una forma di turismo alternativa, che permette di godere dell’essenza più avventurosa del viaggio, abbinando la passione per la moto e quella per il fuoristrada.
La Mongolia è sempre stata il mio sogno nel cassetto, un paese lontano sia culturalmente che geograficamente e fuori dagli schemi classici del turismo di massa. Un territorio vastissimo e desolato, perfetto per chi ama la natura e l’off-road. Per comprendere quanto è estesa e poco popolata questa terra riporto alcuni dati: l’Italia si estende per 302.073 km2 ed i suoi abitanti sono quasi 59.000.000. La superficie della Mongolia è di 1.566.000 km2 con circa 3.000.000 abitanti, di cui quasi la metà vive nella capitale Ulan Bator.
È abbastanza chiara la differenza di superficie e densità di popolazione? Il tour in programma parte proprio dalla capitale Ulan Bator. La direzione è il sud, verso il deserto del Gobi ed è organizzato da Nomadic Offroad, un tour operator che propone differenti tipologie di viaggio in base alla stagione e che collabora direttamente con l’importatore Husqvarna Motorcycles della Mongolia. Una settimana di tempo e 1.600 chilometri da percorrere in sella alla FE 450, la moto ideale per divertirsi, affrontare le insidie del fuoristrada più accidentato e percorrere senza pensieri le lunghe giornate in programma.
1600 chilometri in sella ad una Husqvarna FE 450 per scoprire le bellezze di una terra così affascinante e lontana.
Il primo grande contrasto di questo paese è tra il traffico snervante della capitale e la desolazione delle strade quando si esce dalla città, quando tutto diventa piatto ed i grattacieli e lo smog di Ulan Bator lasciano spazio alle distese infinite di una terra dalle mille sfaccettature.
Nomadic Offroad, si parte!
Piove e fa freddo, cinque gradi sono decisamente pochi per il nostro primo giorno in moto.
Ad essere sincero questa non era proprio l’idea di clima che pensavo di trovare ma, qua in Mongolia mi dicono che il meteo può cambiare velocemente soprattutto nel periodo tra Maggio e Giugno… leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 77 in edicola oppure acquista la tua copia CLICCANDO QUI!
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