DIRTY PASSION | BOLMAN TEAM alla SIX DAYS
Sono infatti due le cose che hanno sempre legato tutti e quattro i componenti del nostro team (Giampaolo Bergamaschi detto “Il Bleu”, Gianni Giusti, Giovanni Bussei, Vittorio Veggetti e Michele Lupi): l’amore per lo stare in moto – in fuoristrada e non – e la consapevolezza che le cose più belle sono quelle fatte per il puro piacere di farle, senza secondi fini (il successo, la fama, la vittoria… tutte cose che arrivano dopo, solo se si sono fatte le cose bene).
“Partecipare all’International Six Days di enduro con tre moto prodotte tra gli anni‘70 e‘80, è un po’come se la FIA accettasse l’iscrizione di tre macchine di quegli stessi anni al campionato del mondo di F1 del 2021”.
Quindi, quando abbiamo deciso di fare, abbiamo optato per qualcosa che ci desse la possibilità di stare insieme, usando le moto un po’ “vintage” (sono tre Bmw GS80 Six Days Replica, una Harley-Davidson XR1000 modificata per il fuoristrada e una SWM 350 con motore Bombardier): semplicemente quelle che abbiamo sempre usato per uscite in enduro sulle colline di casa nostra, tra Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Piemonte.
Come abbiamo detto sopra, ci piacciono le moto, ma soprattutto ci piace stare “in” moto. Rimase famosa una frase del Bleu, pronunciata durante un giro su asfalto in una giornata di pioggia sui colli: “Io sono felice solo quando guido e quando fumo”: non proprio “politically correct”, ma siamo gente di una certa età, ancora legata alla vecchia generazione di quei motociclisti alla Barry Sheene, moto e sigarette (anche se in verità, rimasti a fumare siamo in due, gli altri tre hanno mollato).
Con il Bleu ci conosciamo dai tempi dell’avventura che affrontammo insieme all’Isola di Man nel 1997. Poi venne l’avventura di Giovanni Bussei al Bol D’Or nel 2002 (che finì sul podio) e oggi questa Six Days, nella quale (agli inizi) davvero nessuno ci sperava. Da qui, quindi, il nome del nostro team BolMan: Bol da Bol d’Or, e Man dall’Isola di Man.
Siamo quindi quattro amici, ciascuno con la sua storia: Giampaolo Bergamaschi, “il Bleu” di cui sopra, ha un’attività di trivellazioni in Oltrepò Pavese, ma da qualche anno la sua passione per le moto lo ha portato ad essere un vero visionario della produzione di motociclette “su misura”. È stato uno dei primi in questo campo, con un gusto asciutto e raffinato. Gianni Giusti è quel che chiamiamo il nostro uomo-ombra, l’archivio vivente, la spalla sulla quale appoggiarsi quando c’è da sapere qualche chicca sul motociclismo eroico degli anni d’oro.
Poi c’è Giovanni Bussei… beh, lui è l’unico pilota professionista del nostro gruppo, ben conosciuto nel mondo della velocità per aver corso per più di 20 anni nei mondiali Superbike, Supersport, Endurance e Supermoto. Oltre ad aver preso parte ai vari campionati nazionali di SBK, come quello americano, tedesco, inglese, austriaco e italiano.
Giovanni si è sempre distinto sui campi di gara del Mondiale per uno stile anticonformista, dormendo in macchina, facendosi la doccia con la canna dell’acqua trovata nei box dei circuiti e usando sempre e solo i bagni del paddock.
È noto anche per il gesto di altruismo che fece in una gara del Mondiale SBK a Imola, nel 2004, concedendo sulla sua Ducati 999 un passaggio no ai box a Chris Vermuelen che era appena caduto nel giro di ricognizione prima della partenza (ai tempi era pilota ufficiale Honda e si giocava il Mondiale contro Régis Laconi e James Toseland, pi- loti Ducati). Leggi tutto l’articolo con Endurista Magazine 73 in edicola, oppure acquista la tua copia sul nostro sito CLICCANDO QUI!
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