AVVENTURE | Slovenia, terra di orsi
Testo e foto: Fulvio Vanetti
Durante la notte la pioggia è venuta giù proprio forte. Le previsioni consultate nei giorni precedenti, davano per oggi un meteo un bel po’ differente da quello attuale. Comunque, le nuvole scure che coprono il cielo a 360 gradi, non ci scoraggiano. Ormai siamo qui, col tracciato caricato nel GPS del nostro super scout Raffaello, motivati e pronti a tutto. Perciò, è deciso: si va!
Samo arrivati IN SLOVENIA dalla Romagna con due furgoni e quattro moto. Due vecchiotte ma affidabili Yamaha XT e TT 600, una Husqvarna 701 e una KTM 690 SARANNO LE NOSTRE COMPAGNE DI AVVENTURA.
L’obiettivo è arrivare prima del buio a Lokve, in Croazia, dove abbiamo prenotato un appartamento e il giorno dopo girare la prua verso nord, per rientrare al punto di partenza di questa mattina. Dovremo rientrare entro e non oltre le ore 16 però perché ormai le ore di luce sono diventate poche. Il percorso programmato segue in parte la traccia del TET (Trans Euro Trail – transeurotrail.org) e in parte una via tracciata da Raffaello, usando Mapilary e Google Hearth.
La prima tappa sarà di circa 300 km, mentre la seconda arriverà a poco più di 200, per un totale di 540 km, di cui il 90% off road. Il bello è che sarà un viaggio fatto tutto su strade e sentieri legalmente transitabili, che attraversano le immense foreste che si estendono tra il mare Adriatico e l’entroterra dei due Stati, che poco più di 30 anni fa erano parte integrante di quella che fu la Jugoslavia.
Usciamo dalla città percorrendo una rete viaria in perfette condizioni di manutenzione, cosa che sarà una costante per tutto il viaggio, anche nella parte off road. Siamo stupiti di come delle nazioni così piccole, uscite da una guerra alla fine degli anni ’90 e con risorse economiche sicuramente inferiori a quelle dell’Italia, abbiano una tale capacità e meticolosità nel mantenere perfettamente ogni strada, dalle più importanti fino a quelle secondarie, destinate al traffico locale.
Chissà, forse la discendenza dal decaduto impero asburgico, potrebbe esserne la ragione influenzante. Nova Gorica non è grande e appena fuori di essa imbocchiamo il primo viottolo, che porta verso la cima di una collina. Nella campagna sono evidenti le tracce del nubifragio notturno. Ruscelli e torrenti sono in piena e in alcuni punti sono usciti dagli argini. Il percorso comincia in un sottobosco col fondo zuppo di acqua e costellato dalle tipiche pietre di calcare bianco del Carso, bagnate e viscidissime, con le quali dobbiamo continuamente fare i conti e stare attenti.
Le nostre monocilindriche già non sono leggere e in più abbiamo il pieno di carburante e i bagagli, che le appesantiscono ancora di più. Ma l’esperienza non ci manca e ce la caviamo tutti molto bene. Quello che va meglio è Marco, con la sua leggera TT che, seppur con le gomme quasi finite, si difende alla grande. Più avanti il TET si snoda su carrareccie, con la classica striscia di erba al centro, che serpeggiano su dolci declivi, fitti di filari di uva Tocai ancora da vendemmiare.
Affrontiamo più di un guado, qualcuno molto profondo, con un’acqua limacciosa che non ti lascia vedere cosa si nasconde sul fondo e quanto potrebbe essere alta, ma anche qui tutto fila liscio. Per ora la pioggia non ci ha dato molto fastidio ma, prima di inzupparci del tutto, ci fermiamo ad indossare gli anti pioggia. Dopo la collina, arriva la montagna e la strada si fa via via più ripida, ma sempre con un fondo liscio e scorrevole, con rare pozzanghere e buche… leggi tutto l’articolo su Endurista Magazine 81 in edicola oppure ACQUISTA LA TUA COPIA CLICCANDO QUI!
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