TEST | A tutto trial con Gianluca Tournour
Il Trial è una specialità del fuoristrada che enfatizza molte delle caratteristiche principali dell’off-road. Disciplina ricca di praticanti, è supportata da un’offerta di modelli invidiabile con ben otto case produttrici impegnate quali: Betamotor, GasGas, Montesa, Jotagas, Sherco, Scorpa, TRRS e Vertigo. Ma se i numeri legati alle immatricolazioni sono poco rilevanti, perché le aziende continuano a produrre motociclette che apparentemente non hanno mercato? La risposta è semplice e cercheremo di riassumerla qui di seguito.
Partiamo dai numeri, molto spesso le motociclette da trial non vengono immatricolate, quindi non sono “conteggiate” nei dati dell’immatricolato venduto.
La motocicletta da Trial è un prodotto esasperato per il suo utilizzo e guidarla per trasferimenti su strada è inutile oltre che scomodo e pericoloso (secondo il codice della strada infatti, è vietato guidare una motocicletta in piedi e quelle da trial non hanno la sella). Ecco perché moltissimi appassionati utilizzano queste moto all’interno di aree private, i Trial Park, ovvero aree recintate ricche di ostacoli naturali e arti ciali dove non è necessaria la targa o l’assicurazione.
Oltre a questo, per le case motociclistiche più grandi il costo di produzione di una moto da Trial è contenuto, in quanto nonostante nel corso degli anni ci siano stati affinamenti e migliorie tecniche, la base generale è rimasta sempre la stessa, quindi ampiamente ammortizzata dalle vendite. Il Trial è un’ottima base per i test ad ampio spettro, basti vedere lo sviluppo del motore elettrico utilizzato nelle competizioni.
È bene ricordare che anche Yamaha nel 2018 aveva presentato un prototipo di Trial alimentato da un propulsore elettrico con cui partecipò al campionato FIM Trial E-Cup riservato alle moto elettriche… leggi tutta l’intervista su Endurista Magazine 76 in edicola, oppure acquista la tua copia CLICCANDO QUI!
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